#86

Un po’ di caos, un po’ d’altro

 

Un piccolo tempio sperduto chissà dove in America

-Certo che Alan è stato decisamente brusco con Edward.- sentenzia Hellcat mentre agilmente evita l’attacco di un demone.

-E’ fatto così. Comunque ha agito per il suo bene. Ha avuto una visione in cui ha visto la morte di Edward, se fosse venuto qui con noi.- risponde Nottolone mentre con il notto-lazo immobilizza due demoni.

E’ proprio come sembra. Il gruppo di nove persone che comprende alcuni Difensori è comparso all’interno del tempio dove prospera Vera Gemini e adesso sta affrontando la sua orda di demoni.

-Sei veramente un’umana audace, Hellcat, a venire ad affrontarmi a casa mia!- le ha detto la donna mezza umana mezza demone vedendola arrivare con gli altri –In realtà mi hai fatto un piacere, mi hai evitato di venirti a cercare!-

I maghi del gruppo hanno veramente pochi problemi nell’affrontare i nemici. Alan Dakor, Mur-G’nn, Morwen e Stemma, concentrati più che mai, sterminano chiunque si presenti davanti a loro. Invece Abra e Cadabra..

-Ah ah! Sarà un gioco da ragazzi per noi ripulire questo immondo luogo!- esulta Cadabra appena comincia lo scontro.

Un paio di demoni lo sorprendono alle spalle e cominciano a divorarlo. Abra tenta di aiutarlo ma si ritrova presto nella stessa situazione. L’arrivo di Power Man è tardivo. Con un potentissimo pugno dato al pavimento egli provoca un forte sommovimento che scaraventa i demoni lontano dai corpi dei due, ma oramai non c’è più niente da fare.

-Non ti disperare per loro, ragazzo. Non meritavano niente di meglio.- gli parla Morwen mentre sta lottando con un Agente del Destino.

Dopo che quest’ultimo viene incenerito, la prima maga del caos si rivolge ad Alan Dakor:

-Erano comunque due miei servitori. Non ti perdonerò per avermi privato dei loro servigi.

-E adesso io cosa c’entro? Sono stati sconfitti per loro demeriti.

-Sappiamo entrambi benissimo che in questa missione sarebbe dovuto perire quel Meraviglia Mascherata che abbiamo incontrato al quartier generale dei Difensori. Hai voluto salvarlo anche se non avresti dovuto intervenire e per compensare la tua azione sono state reclamate due anime invece di una.

-Dici? Mi spiace, ma non ero a conoscenza di questa legge della compensazione e ovviamente non avrei nemmeno potuto immaginare che avrebbe coinvolto proprio loro due.- ribatte il mago, sorridendo.

-Tu stesso non credi veramente a quello che dici.

-Siamo in due, allora. Se proprio ti premevano, avresti trovato il modo di salvare quei due.

-A discapito di qualcun altro ancora, però. Ho preferito lasciare che toccasse a loro.

-Allora di cosa ti lamenti con me?

-Ero solamente curiosa di sapere come mi avresti risposto.

Mentre i due bisticciano continuano ad avanzare tra i nemici e sono i primi a giungere dove si trova Vera Gemini.

-E così voi siete i primi che sconfiggerò.- dichiara quest’ultima –Sarete un buon allenamento per prepararmi allo scontro con la maledetta Hellcat.

-Nessuno prima d’ora mi aveva bollato come allenamento..- si risente Alan Dakor.

Dal cappotto di Vera Gemini (ella sta infatti indossando il Cappotto di Tiboro rubato a Stemma) cominciano ad uscire molteplici e potentissime armi magiche che ella afferra con le braccia in più donatele appunto da quel soprabito.

-Ecco il famoso Cappotto di Tiboro.- osserva Morwen –Pensavi di poter vincere grazie ad esso ma in realtà sarà la causa del tuo fallimento.

-Cosa vuoi dire? Pensi forse di potermi intimorire con codeste vaghe minacce?

-Vaghe? Ah ah ah! Io sono la prima maga del caos e non lo sono tanto per dire!

Morwen compie una magia che le consente di prendere praticamente il comando del cappotto. O meglio, di scatenare il caos al suo interno. Decine di braccia di demoni, evidentemente non di quelli al servizio di Vera Gemini, appaiono da esso e afferrano quest’ultima, trascinandola al suo interno.

-Nooo! Non può essere!- grida di terrore Vera Gemini mentre tenta inutilmente di liberarsi dalla presa.

Dopo pochi secondi è scomparsa nell’oscurità. I pochi demoni rimasti fuggono all’interno del cappotto, scomparendo anch’essi. Adesso il Cappotto di Tiboro giace a terra, inerme. Stemma si avvicina per afferrarlo ma Alan Dakor la blocca.

-Cosa fai?

-E’ meglio se non ti avvicini troppo. Guarda tu stessa.

Il cappotto si alza in aria e comincia a girare velocemente su se stesso, creando un’oscurità sempre maggiore tutt’intorno.

-La lunga inattività pare mi abbia un po’ rammollita. Credo di aver combinato un guaio.- dice Morwen.

-Un guaio bello grosso.- conferma Alan Dakor.

-Che peccato. L’unica soluzione è distruggere questo bell’artefatto magico. Mi spiace, Stemma, ma dovrai farne a meno.

-Non c’è un’altra soluzione possibile?- chiede la ragazza.

-L’unica alternativa è lasciare che il cappotto faccia scomparire nel nulla tutta questa zona e forse il continente intero.- risponde Alan Dakor –Morwen, cominciamo?

-Cosa vorresti dire con cominciamo?

-Intendo dire che hai bisogno del mio aiuto per sistemare questa faccenda.

-Quale insolenza. Mi stai decisamente sottovalutando.- ribatte Morwen, però sorridendo –Io ho creato il problema e io riuscirò a risolverlo.

-Ma se lo farai da sola..

-Il rischio è molto alto anche se fossimo in due. E non permetterò che qualcun altro, tu in special modo, rischi di scomparire nel nulla.

-Possiamo fare qualcosa anche noi?- chiede Nottolone

-No. Mi spiace, ma persone non all’altezza comprometterebbero ulteriormente la situazione.

Alan Dakor vuole ugualmente intervenire, ma Morwen richiude se stessa e il cappotto all’interno di una bolla impenetrabile.

“Cosa sta succedendo?” chiede Tess Black.

“Non ti preoccupare, ragazza. Il tuo corpo e la tua mente non subiranno conseguenze.”

“E allora perché quel mago sembra invece così preoccupato?”

“Lo sforzo che dovrò compiere per fermare il Cappotto impazzito allenterà notevolmente la presa che ho su questa realtà.”

“Vuoi dire che..”

“La mia anima si ritroverà nuovamente a vagare chissà dove, senza più avere un corpo. Niente di tragico, oramai ci sono abituata.”

“Mi spiace. In fondo non stavo poi così male insieme a te.”

“Grazie. Ma non dispiacerti per me. Prima o poi sicuramente riuscirò a tornare, sfruttando il corpo di qualcun altro. Solo che ci vorrà del tempo. Non credo che ci rivedremo.”

E così ciò che deve avvenire avviene. Vera Gemini, i suoi demoni e il Cappotto di Tiboro sono stati resi inoffensivi. Niente di loro sembra essere rimasto. I buoni hanno vinto un’altra volta. Ma non c’è molta gioia. Tess Black guarda il luogo dove è avvenuto il tutto in silenzio, quasi smarrita. Lisa Molinari sembra essere nella stessa situazione.

-Stemma, non so cosa vuoi fare ma, se vuoi, per te un posto nei Difensori ci sarà sempre.- dice Hellcat alla ragazza.

-Grazie dell’offerta. Forse, un giorno. Al momento credo che me ne starò un po’ per conto mio. Non ha più nemmeno senso farmi chiamare Stemma, tra l’altro.

-Non ti lascerò da sola.- interviene Power Man

-Non ho chiesto il tuo sostegno.

-Puoi dire quello che vuoi ma stavolta non mi farò allontanare. Tu sei rimasta con me quando mi ritrovai senza gli occhiali che mi danno i poteri e adesso che tu sei rimasta senza cappotto io rimarrò con te!

-E’ la cosa più romantica che qualcuno mi abbia mai detto.- rivela la ragazza, quasi in lacrime.

-Eh? Davvero?- esclama il ragazzo alquanto sorpreso -Non avrei mai creduto che un giorno sarei stato etichettato come romantico parlando di occhiali e di cappotti.

Quasi senza pensarci, Lisa Molinari e Victor Alvarez si baciano.

-Finalmente!- esulta Hellcat –Lo sapevo che quei due prima o poi..-

-La giornata non è andata totalmente sprecata, a quanto pare.- dice Alan Dakor rivolgendosi a Mur-G’nn.

Poi costui riporta istantaneamente i sette rimasti a New York. La prima a salutare e ad andarsene è Tess Black, anche perché il vedere che è l’unica del gruppo a non far parte di una coppia le fa venire ancor più voglia di allontanarsi dagli altri.

-E comunque nel mio lavoro sono brava.- dice andandosene in tutta fretta.

-E questo adesso cosa c’entrava?- si chiede Power Man.

-Non lo so.- risponde Nottolone –Sembrava quasi si sentisse in competizione per qualcosa.

Stemma ed Hellcat sono sorridenti, tacciono ma hanno ben capito la situazione.

 

New York, strada di fronte all’appartamento preso in affitto da Alan Dakor, due giorni dopo.

Una macchina carica di bagagli alla cui guida si trova William Williams, assistente del mago, si appresta a partire. A breve distanza vi sono Alan Dakor e Mur-G’nn che stanno salutando Hellcat e Nottolone.

-E’ un po’ tardi per chiederlo, ma sei veramente sicuro di volertene già tornare in Inghilterra, Alan?

-Inizialmente pensavo di rimanere molto più tempo. Però sembra che la gente si affidi di malavoglia alle mani di un mago delle arti mistiche. O forse è solamente che sono inglese e non si fidano degli stranieri.

-Avere a poca distanza il Mago Supremo certamente non ha aiutato.

-Parli di quel tale che si chiama Stephen Strange? Purtroppo non ho avuto il piacere di incontrarlo. Mi sarebbe piaciuto vedere di quanto mi è inferiore, se di molto o di poco.

Nottolone si immagine Strange che aggrotta un sopracciglio dopo avere udito una dichiarazione simile.

“Meno male che non si sono incontrati.” pensa.

Il mago e la sua fidanzata mezza Skrull e mezza Kree stanno per salire sull’automobile quando arriva Cyrus Black.

-Eccomi qui un’altra volta, Nottolone. Stavolta sconfiggerò te e i tuoi maledetti Difensori, poi vi terrò come ostaggi costringendo il Dottor Strange ad affrontarmi!

-Cyrus, sei stato sconfitto già tre volte in poco tempo. Non ti sei ancora arreso?

-Chi è questo simpatico vecchietto?- chiede Mur-G’nn.

-Simpatico vecchietto a me? Adesso ti faccio vedere..

Cyrus Black non riesce a concludere la frase perché viene colpito alla testa e cade a terra svenuto.

-Mi scuso se sono stato un po’ brusco.- dice William Williams, comparso alle sue spalle –Sono così impaziente di tornare nella mia amata Inghilterra che cerco di evitare in ogni modo la presenza di contrattempi.

-Comprendo.- si limita a dire Nottolone, lasciato interdetto dall’azione compiuta da Williams.

 Una volta rimasto solo con Hellcat, osserva Cyrus Black ancora steso a terra e privo di sensi.

-Cosa vuoi fare con lui?- chiede lei.

- Mi limiterò a spostarlo a bordo strada, non vorrei che qualcuno inavvertitamente lo investa. Avrei quasi voglia di consegnarlo alla polizia, ma ho una certa fretta.

-Già, oggi è quel giorno.

-Io e Yvette non saremo più marito e moglie.

-Kyle, promettimi una cosa.

-Non preoccuparti, non cambierò certamente idea proprio oggi.

-Non parlavo di questo. Dovrei avere accumulato abbastanza allergia nei confronti del matrimonio, ma non si sa mai cosa verrà in mente da un giorno all’altro alla mia testolina. Quindi promettimi che se un giorno io avrò la malsana idea di chiederti di sposarmi, tu rifiuterai la mia proposta.

-Non sarà difficile, ho una certa bravura a fuggire dalle offerte di matrimonio. Ma perché mi chiedi questo?

-Non voglio che il nostro rapporto rischi di fare la stessa fine di quelli che ho avuto con Robert e Daimon.

-Uhm.. Okay, anche se credo che il matrimonio c’entri poco in tutto ciò. Semplicemente, io non sono né Robert né Daimon. Guarda per esempio il mio rapporto con Yvette. Nonostante tutto è rimasto ottimo.

-Quello che dici è vero, ma è vero anche che pure io non sono Yvette.

- Sembra quasi una minaccia. Va bene, farò come dici. Non rischierò di incorrere nell’ira di una gatta infernale.- conclude Nottolone sorridendo.

I due si abbracciano e poi si allontanano.

Poco dopo una ragazza vede Cyrus Black steso a terra e si ferma per soccorrerlo.

-Signore, si sente bene? Ha bisogno di qualcosa?

Cyrus riprende i sensi e dopo qualche secondo di disorientamento prende atto di cosa sta accadendo.

-La ringrazio, ma non si preoccupi. Anche se non sembra sto bene. Ho solo bisogno di..

-Un momento! Ma tu sei mio zio!

-Eh? E’ vero, sei Tess! La mia nipotina preferita!

-Anche perché sono l’unica.. Ma cosa ci fai conciato così?

-Questo è il mio vestito da… Lascia perdere, è meglio se non sai.

-Ti diletti ancora con la magia?

-Sì, diciamo così, mi diletto.

-Sai, l’altro giorno mi è capitato qualcosa di straordinario. Appunto non vedevo l’ora di raccontartelo. Ho conosciuto la potente Morwen.

-Morwen? La leggendaria prima maga del caos? Davvero? Ma come hai fatto? Non ti sei mai voluta interessare di magia!

-Andiamo a prendere un caffè insieme? Così ti racconto tutto nei dettagli.

E così pure Cyrus Black e Tess Black si allontanano.

 

Sull’aereo che li sta riportando in Inghilterra

Mur-G’nn, che ovviamente appare agli altri passeggeri come un qualunque essere umano di sesso femminile, si decide a fare la domanda che da un po’ le turbina in testa:

-Alan, potresti dirmi il motivo della nostra partenza?

-L’ho già spiegato e ripetuto quando abbiamo parlato con Nottolone ed Hellcat, no?

-Se avessi creduto alle tue bugie non ti avrei fatto questa domanda.

-Non sono stato abbastanza convincente, eh?

-Con gli altri probabilmente sì. Con me che ti conosco benissimo non potevi esserlo. Pure William sicuramente sospetta qualcosa ma è così contento di tornare in Inghilterra che preferisce non farsi troppe domande.

-Siamo più sicuri in Inghilterra.

-Intendi dire che è più sicura per me, vero?

-Ti ho vista nel futuro. Tra qualche giorno tu..- il mago si interrompe qualche secondo per deglutire la saliva –Ecco, non riesco nemmeno a dirlo. E l’unico modo per evitare che accada consiste nell’abbandonare oggi stesso gli Stati Uniti.

-Ti ringrazio, e non sono la sola a doverlo fare. Però devi smetterla. Queste visioni future ti stanno consumando troppo.

-Ma no! Sono solo lievemente debilitato.

-Al punto che ce ne torniamo a casa in aereo. Pensavo ti volessi godere il viaggio, e probabilmente è così, ma c’è anche un altro motivo. In questo momento non saresti capace di compiere la pur minima magia.

-Invece sì. Mettimi alla prova. Posso far scomparire e riapparire tutte le carte da gioco che vuoi.

-Complimenti. Proprio una magia dispendiosissima.

-Va bene, ho capito. Cercherò di regolarmi in futuro.

-Partendo da oggi.

-Partendo da oggi. Confermo.

-Tanto lo so che farai come vuoi tu.

-Dopotutto sono Alan Dakor, mica uno qualunque.

 

New York

Assistendo a tale scena, chiunque potrebbe tranquillamente dire che Big Wheel è tornato alla carica. Perlomeno quelli che sanno della sua esistenza. Sì, perché Jackson Weele, nonostante quando arrivi si faccia molto notare grazie alla sua ruota gigante munita di varie armi, non è molto conosciuto. Si direbbe un personaggio di serie B o addirittura di serie C. La scena di cui parlavamo a inizio discorso è quella che lo vede minaccioso davanti a una banca, all’interno della sua grande ruota, mentre aspetta che i suoi cinque scagnozzi finiscano di portare fuori il bottino. Peccato per loro che vengano stesi in poco tempo da Power Man.

-E adesso tocca a te! Frantumerò la tua ruota con uno solo dei miei possenti pugni. A meno che tu non voglia arrenderti subito, nemico di serie C dell’Uomo Ragno!

-Ne ho abbastanza di sentirmi abbinare a questa serie C! Di serie C sarai tu!

Victor Alvarez non doveva far arrabbiare Jackson Weele. Perché quest’ultimo tende a perdere facilmente il controllo e infatti comincia a sparare piccoli razzi contro di lui senza preoccuparsi di chi e di ciò che ha attorno. Power Man probabilmente causerebbe veramente gravi danni alla grande ruota anche colpendola una sola volta, peccato che non riesca ad avvicinarsi abbastanza per poterlo fare.

E poi di colpo la grande ruota cade a pezzi, come se qualcuno l’avesse smontata completamente in un secondo, lasciando Jackson Weele sbigottito a terra, circondato dagli ingranaggi che prima componevano il suo mezzo.

-Non male, no? E senza l’aiuto del Cappotto di Tiboro.

A parlare è stata Lisa Molinari, appena arrivata sul posto.

-Anche se quello che stai indossando adesso gli è molto simile.- nota Power Man.

-E’ comunque un normale cappotto. Però appena l’ho visto in negozio non ho potuto fare a meno di comprarlo. Sarà la nostalgia.

Victor Alvarez le si avvicina per abbracciarla ma lei lo evita.

-Ma cosa..

-L’altro giorno, vista la particolare situazione in cui mi trovavo, mi sono lasciata un po’ andare e ti ho baciato. Ma non ti aspettare che ripeta gesti sdolcinati da innamorati quando sono presenti anche altre persone.

-Uh uh. Capisco. Mi va benissimo. L’importante è che quando siamo soli..

-Non provare a continuare la frase, se vuoi arrivare a domani.

-Scusate..- li interrompe un passante –Mentre voi due bisticciavate, quel tizio della grande ruota se l’è data a gambe levate.

-Ah.- si limita a dire un dispiaciuto Power Man.

-Sono proprio queste le situazioni che odio.- esclama Stemma portandosi una mano sulla fronte in segno di fastidio.

-Non buttiamoci giù. Andrà meglio la prossima volta. E a proposito di prossima volta, Doreen mi ha lasciato un messaggio in cui ci chiede se siamo interessati a far parte di quel gruppo che sta cercando di formare.

Stemma non risponde, si volta dall’altra parte e comincia ad allontanarsi.

-Non s’è nemmeno sprecata a pronunciare un semplice no. Adoro quella ragazza.- commenta Power Man appena prima di cominciare a seguirla.

 

Le note di Bruce (che è il passante che ha parlato a Stemma e a Power Man)

* Ancora una volta abbiamo avuto diversi personaggi che si uniscono formando i Difensori per affrontare una minaccia e che poi si separano appena questa è stata sconfitta. Una ripetizione voluta solo in parte (certe volte le storie vanno dove vogliono loro) che per fortuna però si adatta benissimo a un non gruppo quale è quello dei Difensori.

* Come ha fatto notare Nottolone stesso durante la storia, assistiamo alla quarta apparizione (e conseguente sconfitta) di Cyrus Black in poco tempo. Sarà che l’autore vi è un po’ affezionato, essendo stato il nemico nel primo numero dei Difensori MIT da lui scritto (il sessantasei).

* Non so se questa è la prima apparizione di Big Wheel su MIT. Sicuramente è un personaggio piuttosto datato, essendo apparso la prima volta su Amazing Spider-Man #182 del luglio 1978 come Jackson Weele e sul numero successivo come Big Wheel.

* Come promesso sul numero precedente, su questo non è comparsa Squirrel Girl. Però l’autore non ha potuto fare a meno di farla almeno nominare (da Power Man a fine numero).

* Ancora una volta, quando si conclude un’avventura, c’è incertezza assoluta su quando torneranno i Difensori e su chi vi farà parte. L’autore ha rivelato di avere centodieci idee diverse a proposito e quindi preferisce non sbilanciarsi in una previsione.